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Codice e grafica a cura di Lucio Marinelli

Il Peeling

Da alcuni anni si sente sempre più spesso parlare di peeling inteso come una tecnica estetica "miracolosa", in grado di correggere le più svariate imperfezioni cutanee, addirittura ridonare giovinezza. Non è esattamente così, anche se in campo dermocosmetologico è senz'altro una tecnica molto utile e vedremo in quali situazioni.

Partiamo con un richiamo anatomico. In questo disegno vedete rappresentata la cute con i suoi strati: più superficialmente l'epidermide, lo strato più esterno, poi il derma che è lo strato che contiene vasi arteriosi e venosi, le terminazioni nervose, e poi le fibre elastiche e collagene, che conferiscono le proprietà meccaniche e di sostegno alla cute e sotto ancora l'ipoderma.

La Cute

Nell'epidermide che abbiamo detto essere lo strato più esterno che ricopre la nostra superficie cutanea, a contatto quindi con luce, sole, acqua, vento, ecc, ogni giorno dallo strato corneo dell'epidermide si staccano cellule vecchie e dallo strato basale si generano cellule nuove in risalita verso il corneo. Tale processo di "microesfoliazione" è fisiologico, continuo ed inapparente ai nostri occhi.

Lo strato epidermico

Detto questo possiamo introdurre il concetto di peeling. Dal verbo inglese to peel = sbucciare, è una tecnica che incrementa questo rinnovamento degli strati dell´epidermide, utilizzando mezzi chimici e fisici che agiscono dall'esterno verso l'interno.

I mezzi fisici sono essenzialmente rappresentati dalle tecniche laser e dalla dermoabrasione.

Il peeling chimico consiste nell'applicazione sulla cute di uno o più agenti chimici esfolianti e/o irritanti che provocano un danneggiamento selettivo degli strati cutanei (epidermide e derma), con conseguente desquamazione, rigenerazione epidermica e stimolazione di vario grado del derma alla produzione di nuovo collagene.

I peeling si possono classificare in base alla profondità del danno causato dall'agente chimico. E quindi parleremo di peeling superficiali quando il danno interessa solo l'epidermide, di medio se interessa epidermide e derma superficile, profondo quando si arriva ad interessare fino al derma medio oltre al superficiale. Numerose sono le sostanze chimiche possiamo utilizzare. Vediamo cosa avviene in un peeling superficiale, ovvero che coinvolge solo l'epidermide:

Agenti impiegati per il peeling superficiale

Peeling medio:

Nel peeling medio ritroviamo ancora il TCA tra gli agenti chimici utilizzati ma ad una concentrazione maggiore. L'applicazione di neve carbonica prima di un trattamento con TCA ha lo scopo principale di preparare la cute alla penetrazione del chimico.

Agenti impiegati per il peeling medio

Peeling profondo: interessa fino al derma medio oltre al derma superficiale.

Agenti impiegati per il peeling profondo

Come abbiamo visto esistono svariate sostanze chimiche che ci permettono di eseguire peeling ai diversi strati. Vediamo pertanto quali sono i fattori che ci condizionano nella scelta di una sostanza chimica anziché di un'altra.

Criteri da considerare nella selezione dei pazienti

Questi vanno dai più banali come l´età della paziente dal momento che ad ogni età corrispondono problemi cutanei e quindi esigenze differenti, dal tipo di cute (normoseborroica, iperseborroica, iposeborroica), dal fototipo che è determinato dal colore dei capelli, occhi e cute, sta ad indicare, in parole semplici la soggettiva reattività cutanea nei confronti del sole ovvero la capacità di scottarsi, abbronzarsi più o meno facilmente. Questo è un parametro che ci condiziona MOLTO nella scelta di un peeling al posto di un altro dal momento che i fototipo IV e V facilmente vanno incontro ad un'iperpigmentazione post-infiammatoria e più facilmente capita loro con alcune sostanze invece che con altre. Non è lo steso per gli I e II. In dubbio i fototipi III che si possono comportare tanto come i 4 che come i 2.

Il tipo di invecchiamento cutaneo che presenta il paziente se da fotoesposizione o da semplice chronoaging, questo tecnicamente sottintende due tipi differenti di cute una più ispessita e una molto più sottile e quindi dal momento che dovremo esfoliare la pelle, ci dovremo comportare diversamente. Dalle abitudini dei pazienti, per dire se sono pazienti che non possono fare a meno di rinunciare alla "tintarella" anche nei mesi invernali e quindi fanno abitualmente uso di lampade, o viaggi in zone tropicali. In tal caso è controindicato eseguire un peeling.

La gravidanza rimane ancora una controindicazione assoluta dal momento che non esistono studi in letteratura precisi sull'assorbimento per cutaneo delle sostanze applicate.

Molta attenzione va fatta anche nei pazienti con herpes simplex ricorrente e con difetti di cicatrizzazione soprattutto quando li sottoponiamo a peeling medi e profondi in cui la sostanza chimica arriva al derma.

Premettendo dunque che non è senz'altro una tecnica che ci fa "ritornare giovani", vediamo quali sono però le situazioni cliniche in cui ci può essere utile effettuare un peeling.

Indicazioni al peeling

Per "freshening" si intendono , tutte quelle situazioni in cui non c'è nessun problema specifico ma in cui si vuole fare solo una pulizia più profonda del viso, ovvero una rinfrescata, per donare più tono e luminosità al volto.

Passiamo ora a vedere come avviene l´esecuzione.

Vignetta per esecuzione peeling

Innanzitutto va premesso che la seduta di peeling deve essere preceduta da una terapia domiciliare preparatoria di almeno 2 settimane che ci permetterà così di ottimizzare il risultato. Favorirà infatti una penetrazione uniforme dell'agente chimico.

Gli agenti delipidizzanti: acetone,miscela di acetone ed etere/ cloroformio.

L'applicazione che può essere effettuata con pennellino o cotton fioc procede dalle palpebre inferiori alle superiori, quindi al naso, alle guance, alla zona periorale ed alla fronte. Il tempo di applicazione è variabile in base alle sostanze utilizzate. La neutralizzazione della sostanza chimica è scelta in base al peeling usato.

È importante che i pazienti utilizzino una fotoprotezione solare totale per almeno un mese dopo l'esecuzione del trattamento per evitare complicanze rappresentate da modificazioni pigmentarie o cicatrici.

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